Come si producono le scarpe artigianali e come riconoscerle

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Ci sono filiere del nostro Paese che, da sempre, sono note per la loro altissima qualità. Sotto a questo cappello è possibile includere il mondo calzaturiero. Nel momento in cui lo si chiama in causa, si possono prendere in considerazione sia le aziende che si occupano della produzione scarpe di lusso sia quelle che, invece, pur mantenendo in primo piano processi artigianali, propongono scarpe che possono essere indossate tutti i giorni.

Tra i settori d’eccellenza per l’economia italiana, il calzaturiero è spesso al centro di una grande curiosità. Per questo, sono tantissime le persone che si chiedono come si producano i capolavori che hanno portato al successo tantissime aziende, alcune delle quali familiari. Nelle prossime righe, abbiamo elencato le principali fasi del processo. Attenzione: c’è molto di più! Abbiamo infatti aggiunto alcuni aspetti che è bene conoscere nel momento in cui ci si chiede come riconoscere una scarpa artigianale da una di buona fattura, ma non fatta a mano.

Scarpe artigianali: le fasi della produzione

Il primo e più importante passo da compiere quando si parla della produzione di scarpe artigianali è la scelta della pelle. Non basta l’altissima qualità. Ci sono anche altri aspetti da tenere in considerazione e uno di questi è la tipologia. La pelle più adatta per le scarpe di lusso made in Italy, infatti, è solo quella bovina o caprina, nota per la sua estrema morbidezza, ma anche per l’uniformità della superficie.In alcuni casi  – e qui il prezzo del prodotto finito aumenta notevolmente – si può optare anche per la pelle di rettile.

Avendo sempre in mano un prototipo realizzato ben prima della scelta della pelle, arriva ora il momento di procurarsi degli stampi ad hoc. Tramite essi, si procede al taglio della suola e della tomaia.

A questo punto, arriva un’altra fase importantissima nella filiera produttiva delle calzature artigianali italiane. Si tratta della cosiddetta sparatura. Cosa prevede di preciso? Il fatto di lavorare sui bordi della tomaia, che devono essere resi il più possibile sottili e, soprattutto, uniti con l’orlatura.

Sempre in questa fase, è necessario che i sopra citati bordi vengano piegati.

Cosa succede ora? Che l’artigiano, con lo scopo di mantenere e ottimizzare la forma della scarpa, aggiunge dei contrafforti ad hoc. Arriva poi il momento del taglio della suola e, tramite il martello, dell’adattamento della suola e della tomaia, da cucire, in fase conclusiva, con un filo di lino.

Si rifinisce il tutto unendo ulteriormente fondo e suola con la colla e si conclude aggiungendo il tacco, per poi passare alla lucidatura e alla rifinitura, fasi dopo le quali la calzatura è praticamente pronta per essere proposta a un mercato di appassionati dello stile.

Come riconoscere una vera scarpa artigianale

Come si riconosce una vera scarpa artigianale? Gli amanti del made in Italy si fanno spesso questa domanda. Rispondere è interessante perché ci sono alcuni aspetti tecnici sui quali, a meno che non si sia del mestiere, può capitare di non soffermarsi. Il primo riguarda il fatto che, quando si ha a che fare con una scarpa fatta a mano, non è presente l’etichetta che indica la composizione della stessa.

Dove si possono trovare le informazioni in merito (comprensibilmente importanti)? Guardando la scatola oppure dando un’occhiata al pittogramma che si trova sul fondo della calzatura.

Un altro criterio da prendere in considerazione per capire se ci si trova davanti a una scarpa artigianale è l’ancoraggio della tomaia. Questo dettaglio, nel momento in cui ci si trova davanti a un prodotto davvero fatto a mano rasenta infatti la perfezione. Come accennato nelle righe precedenti parlando dei processi produttivi la suola, a prescindere dal materiale, è sia incollata, sia cucita. Un particolare che pochi conoscono riguarda il fatto che, a seconda della macchina utilizzata, la cucitura può avere diversi nomi.