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La relazione tra la salute mentale e la salute sessuale

Esiste un nesso profondo e significativo tra il benessere psicologico e la salute sessuale, elementi essenziali per il completo stato di benessere di una persona. La reciproca influenza di questi due aspetti è sostenuta da numerose indagini scientifiche, che hanno dimostrato come disturbi psicologici possano portare a disfunzioni sessuali, quali calo del desiderio sessuale, problematiche nell’eccitazione e ostacoli nel raggiungimento dell’orgasmo.

L’interazione tra psiche e sessualità rivela che una condizione psicologica precaria può esercitare un’influenza considerevole sul piano sessuale, incidendo notevolmente sul grado di soddisfazione sessuale di un individuo. Se da un lato la consapevolezza su queste tematiche si è ampliata negli ultimi anni, persistono ancora pregiudizi e tabù in quest’ambito, rendendo fondamentale un’ulteriore esplorazione e comprensione di questo legame.

In questo contesto, emerge l’importanza di individuare e applicare interventi mirati che affrontino simultaneamente le sfide legate alla salute mentale e sessuale. Una tale prospettiva integrata può contribuire significativamente alla promozione di una salute olistica e al miglioramento della qualità di vita.

Comprendere il legame tra salute mentale e salute sessuale

L’interdipendenza tra la salute psicologica e quella sessuale rappresenta un ambito di fondamentale interesse nel panorama della salute pubblica, essendo entrambe componenti vitali per il benessere complessivo dell’individuo. Studi approfonditi hanno evidenziato una relazione intricata e bidirezionale tra queste due sfere: disturbi mentali come depressione e ansia possono incidere negativamente su aspetti quali il desiderio, l’eccitazione e il piacere sessuale.

In parallelo, patologie legate alla sfera sessuale, quali disfunzioni erettili o eiaculazione precoce, possono intensificare problemi di stress, ansia e depressione. Questa dinamica sottolinea l’urgenza di un approccio globale e integrato per la gestione di tali problematiche. Un tale approccio non solo aiuta a comprendere meglio la complessità e le sfaccettature del rapporto tra salute mentale e sessuale, ma promuove anche strategie di trattamento più efficaci e sensibili alle esigenze dell’individuo. È pertanto cruciale incrementare la consapevolezza e la formazione in queste aree, allo scopo di demolire gli ostacoli dello stigma e migliorare significativamente la qualità delle cure offerte.

Riconoscere l’importanza di creare un ambiente sicuro per discutere dei problemi di salute sessuale

Per avanzare nel campo della salute sessuale, è cruciale valorizzare l’importanza di un dialogo aperto e rispettoso, soprattutto quando ci si rapporta con persone che possono sentirsi esposti a causa di difficoltà psicologiche. La creazione di un ambiente protetto e non giudicante è un aspetto fondamentale nel rapporto tra professionisti della salute e pazienti, poiché favorisce discussioni sincere e trasparenti riguardo questioni di salute sessuale.

Tale spazio, caratterizzato da rispetto e comprensione, è vitale per sradicare stigma e imbarazzo legati a problematiche sessuali, consentendo alle persone di gestire attivamente la propria salute sessuale. È fondamentale che il sessuologo, operatore specializzato nel trattamento di queste problematiche, sia adeguatamente formato per instaurare e mantenere questi ambienti accoglienti, attraverso tecniche di comunicazione efficaci e sensibili. In quest’ottica, può fornire non solo informazioni e sostegno, ma anche risorse preziose per il benessere sessuale dei pazienti. Promuovere questi spazi sicuri e aperti è una tappa essenziale per garantire un approccio olistico e inclusivo alla salute sessuale.

Identificare i potenziali rischi associati all’approccio alla salute mentale e alla salute sessuale

L’analisi dei pericoli inerenti all’intersezione tra salute mentale e sessuale è vitale per instaurare un equilibrio benefico tra queste due sfere. Nelle interazioni con individui affetti da disturbi psicologici, esiste il rischio di evocare emozioni negative o ricordi traumatici durante le discussioni sulla salute sessuale. Inoltre, il persistente stigma sociale legato alla salute mentale può portare a una reticenza nel condividere problemi sessuali. È fondamentale, quindi, assicurare la massima riservatezza e tutelare la privacy per prevenire discriminazioni. È altresì importante riconoscere come problemi di salute mentale non risolti possano riflettersi sulla salute sessuale e viceversa. Un approccio inclusivo e olistico alla cura, che integri sia la salute mentale che quella sessuale, può avere un impatto significativo sul benessere complessivo e sulla qualità della vita.

Riconoscere l’Impatto della Salute Mentale

È essenziale per i professionisti della salute e gli individui riconoscere come il benessere psicologico influenzi profondamente la sfera sessuale. Il nostro stato mentale può modellare le nostre percezioni ed esperienze sessuali, oltre a influire sulle relazioni interpersonali. Disturbi psicologici quali depressione, ansia e disturbo post-traumatico da stress possono avere conseguenze dirette sulla libido, sulla capacità di raggiungere l’orgasmo e sulla funzionalità sessuale. Anche abuso di sostanze e dipendenze giocano un ruolo significativo in questa dinamica. Pertanto, per coloro che mirano a mantenere una vita sessuale soddisfacente, è fondamentale affrontare attivamente i problemi di salute mentale, poiché ciò può portare a un miglioramento generale della salute sessuale e del benessere globale.

Utilizzare le risorse appropriate per affrontare i problemi di salute mentale e sessuale

L’importanza di un approccio integrato che tenga conto sia della salute mentale che di quella sessuale è cruciale per il raggiungimento di un benessere generale. Per trattare efficacemente questi aspetti, è fondamentale impiegare risorse appropriate, tra cui terapie psicologiche mirate, consulenze da esperti in sessuologia e assistenza da professionisti della salute qualificati.

Trascurare la salute mentale può avere ripercussioni significative sulla funzionalità sessuale, portando a ulteriori complicazioni. È quindi essenziale prestare attenzione a entrambi gli aspetti per garantire una vita equilibrata e realizzata. In questo contesto, è vitale che gli operatori sanitari affrontino questi argomenti in modo olistico, mentre gli individui dovrebbero essere incoraggiati a essere proattivi nel curare la loro salute mentale e sessuale.

La salute sessuale non va vista come un ambito isolato, ma come una componente integrante del benessere e della qualità della vita. Pertanto, è imprescindibile che sia gli operatori sanitari sia gli individui acquisiscano una maggiore consapevolezza e si impegnino attivamente nella gestione della propria salute.

Sebbene discutere di questi temi possa risultare difficile o imbarazzante, riconoscere la loro importanza e adottare misure per affrontare eventuali problemi può condurre a una vita più sana e soddisfacente. Un approccio proattivo e informato verso questi argomenti non solo migliora il benessere personale, ma contribuisce anche a una società più informata e consapevole.

Saturazione di ossigeno nel sangue: cosa fare in caso di valori troppo bassi

Ossigeno nel sangue

Cefalea, affanno e confusione mentale sono solo tre dei sintomi che possono comparire quando i livelli di saturazione dell’ossigeno nel sangue scendono al di sotto dei livelli di guardia. È per questo motivo che, tenerne sotto controllo i valori, soprattutto in soggetti a rischio, è di fondamentale importanza.

Misurare la saturazione del sangue è d’altronde estremamente semplice, in quanto è sufficiente fare uso del saturimetro, noto anche come ossimetro o pulsossimetro. Questo piccolo dispositivo medico, molto facile da utilizzare, può risultare un alleato prezioso, nonché un vero e proprio salvavita per chi soffre di malattie respiratorie.

In caso di valori di saturazione al di sotto della norma, è indispensabile contattare immediatamente il proprio medico curante, il quale spiegherà come muoversi e stabilirà l’intervento e la terapia più adeguate, oppure recarsi prontamente al pronto soccorso.

In alcuni casi, la soluzione potrebbe essere data dall’ossigenoterapia e dai concentratori di ossigeno portatili, leggeri o ultraleggeri, in genere prescritti a quei pazienti che necessitano di apporto di ossigeno più volte al giorno, ma che non per questo devono rinunciare a una vita sociale completa e appagante

Cosa si intende con saturazione del sangue

Quando si parla di saturazione del sangue si fa riferimento a un parametro che valuta la percentuale di globuli rossi che, al momento della misurazione, trasportano ossigeno nel sangue. Si tratta, insomma, del quantitativo di emoglobina legata all’ossigeno.

Valori nella norma garantiscono il corretto apporto di ossigeno a tutto l’organismo, mentre valori al di sotto della media indicano un livello di ossigenazione insufficiente dell’organismo. Tale scarsità di ossigeno, detta ipossiemia, può pregiudicare in breve tempo il corretto funzionamento degli organi e la salute dei tessuti; per questo motivo, è importante essere in grado di rilevare rapidamente il problema.

Quali sono i livelli normali e quando preoccuparsi

In condizioni normali, il pulsossimetro rileva percentuali di ossigeno che possono andare dal 95% al 99%, mentre il 100% viene rilevato solo in rari casi, come la somministrazione di ossigeno tramite bombole e in presenza di iperventilazione. Se la misurazione indica valori inferiori a questi, è necessario prestare attenzione. In particolare, al di sotto del 90% si parla di ipossia grave ed è necessario contattare prontamente un medico o rivolgersi al pronto soccorso.

Un caso a parte è dato quando l’ossigeno viene misurato a persone che si trovano a 1600 m o più sopra il livello del mare. In questo caso, i valori normali possono scendere fino al 92%.

Saturazione bassa: i sintomi

I sintomi di una saturazione bassa variano in base alla gravità della situazione. In particolare, quando i livelli scendono al di sotto di una certa soglia, possono manifestarsi confusione mentale, cefalea, affanno (anche accompagnato da tosse) e cianosi.  A questi sintomi potrebbero aggiungersi aritmie, accelerazione del battito cardiaco e aumento della pressione.

Le cause più frequenti

Le cause che possono portare a una riduzione dei livelli di ossigeno nel sangue sono numerose. Tra queste rientrano le malattie polmonari, come la polmonite e l’enfisema, le patologie cardiache, i traumi ai polmoni e l’anemia. Anche l’assunzione di alcuni farmaci può alterare la saturazione del sangue.

 

Consigli utili per la scelta dell’apparecchio acustico

Quando si ha la necessità di comprare un nuovo apparecchio acustico, ci sono diversi fattori che serve tenere in considerazione per evitare di sbagliare la scelta. Una decisione che, in alcuni casi, può essere senz’altro molto impegnativa. Per questo motivo, il consiglio migliore da seguire è quello di fidarsi dei consigli rilasciati da degli specialisti, rivolgendosi anche a delle aziende specializzate che hanno un alto livello di esperienza in questo campo, come ad esempio HearingsAids.

Servirà, in effetti, uno specifico e approfondito test dell’udito per individuare la soluzione migliore in base alle proprie necessità e preferenze, ma anche in base allo stile di vita. Serve indubbiamente un periodo di adattamento in cui capire come utilizzare in maniera efficace gli apparecchi acustici.

Come trattare l’ipoacusia

La cura della perdita dell’udito è chiaramente legata all’individuazione della causa che l’ha scatenata. Giusto per fare un esempio, ci vuole poco a rimuovere un tappo di cerume, mentre invece per risolvere un’infiammazione che ha colpito l’orecchio deve per forza di cose essere curata usando delle medicine. Invece, una disfunzione che va a colpire la tromba d’Eustachio si può curare usando uno spray per il naso, oppure si può anche risolvere in maniera spontanea. Ci sono altre situazioni in cui, invece, non è semplice trovare una soluzione, soprattutto per via del fatto che l’udito ha ormai subito dei danni permanenti.

Il tipo di perdita uditiva

Uno dei primi aspetti che inevitabilmente condizionano la scelta dell’apparecchio acustico è il tipo di perdita uditiva con cui il paziente ha a che fare. Insomma, dipende se si tratta di un disturbo leggero o molto più grave: solo in base a questo fattore si potrà individuare il supporto uditivo più adatto alle proprie esigenze. Sono molte le persone che preferiscono che l’apparecchio acustico non risulti troppo visibile. È chiaro che, in seguito a tale scelta, chi lo indossa potrà scegliere non solo lo stile, ma anche i colori e le dimensioni.

Serve sempre la prescrizione?

Per poter comprare un apparecchio acustico non è necessaria per forza la prescrizione del medico curante. Detto questo, però, prima di intervenire in tal senso, si suggerisce sempre e comunque di svolgere un esame dell’udito affidandosi a un audioprotesista specializzato

Le varie tipologie di apparecchi acustici

Sono tre le più importanti categorie di apparecchi acustici che si possono trovare in commercio. Si tratta degli apparecchi endoauricolari, quelli retroauricolari e, infine, quelli a conduzione ossea. Nel primo caso, l’aspetto peculiare, oltre a dimensioni estremamente ridotte e un alto livello di leggerezza, è legato al fatto che l’apparecchio va collocato all’interno del condotto uditivo, risultando praticamente impercettibile all’esterno. Gli apparecchi retroauricolari, invece, sono più discreti, per via del fatto che vanno posizionati proprio dietro l’orecchio, con un piccolo tubo trasparente che porta il suono nell’orecchio, evitando di andare a ostruire il condotto uditivo.

Innovazione e tecnologia

Come si può facilmente intuire, nel corso degli ultimi anni anche questo settore ha fatto dei grandi passi in avanti. Nel caso in cui abbiate spesso con voi uno smartphone, è chiaro che dotarsi di un apparecchio acustico Bluetooth appositamente realizzato per la connettività è la soluzione migliore per soddisfare le vostre esigenze.

Un gran numero di apparecchi acustici, al giorno d’oggi, è assolutamente in grado di garantire un ottimo livello di connettività Bluetooth da 2,4 GHz. Quest’ultimo strumento è in grado di offrire il collegamento con i vari device iOS, ovvero del marchio Apple, all’apparecchio acustico. L’evoluzione tecnologica, al giorno d’oggi, ha fatto dei notevoli passi in avanti, anche per via del fatto che i vari apparecchi acustici sono in grado di svolgere funzioni molto più avanzate rispetto alla semplice amplificazione del suono.

Non a caso, c’è la possibilità anche di effettuare il download di un’app dedicata sul proprio smartphone, che si potrà poi sfruttare per un gran numero di funzionalità.

 

6 consigli per risvegliare il metabolismo

corsa

A tutti è capitato, almeno una volta nella vita, di aver bisogno di perdere qualche kg. In queste situazioni, ci si trova spesso a dire “Ok, ho cambiato le mie abitudini alimentari ma non dimagrisco: come mai?”. In molti casi, alla base di un numero che non soddisfa dopo essere saliti sulla bilancia, c’è il metabolismo pigro. Come risvegliarlo? Scopriamo assieme sei consigli da non perdere.

Evitare i digiuni

Per risvegliare il metabolismo bisogna… mangiare! Non è un caso che le diete restrittive vengano abbandonate spesso e, nei casi in cui si riesce a completarle, comportino un ritorno al peso iniziale. Mettere in campo delle eccessive restrizioni alimentari porta infatti ad avere a che fare con un impigrimento dell’efficienza metabolica. Ecco perché tutti i nutrizionisti consigliano di fare due o più spuntini nel corso della giornata.

Un altro consiglio da prendere in considerazione riguarda l’idratazione. Grazie al suo effetto termogenico – che però non dura tantissimo, circa 30 minuti – l’acqua è portentosa quando si punta ad aiutare il corpo a bruciare più calorie.

Scegliere gli alimenti giusti

Ok, mangiare aiuta ad accelerare il metabolismo, ma quali sono gli alimenti che è meglio introdurre? Al netto della presenza di allergie o intolleranze – prima di concretizzare qualsiasi cambiamento nella dieta è fondamentale chiedere informazioni al proprio medico curante – ricordiamo l’importanza di includere nella propria dieta cibi in grado di stimolare la sintesi dell’enzima AMP-chinasi.

Quest’ultimo ha la capacità di indurre il corpo a produrre più energia. Nel contempo, riesce a prevenire l’innescarsi dei processi di stoccaggio del grasso. Come già detto, esistono diversi alimenti che ne stimolano la sintesi. Quali sono? I broccoli, che hanno anche il vantaggio di essere super salutari per via della loro ricchezza in vitamina C, l’aglio, un altro elisir antiossidante come il tè verde e l’ananas.

Valutare l’integrazione

L’integrazione mirata – ossia consigliata dal medico a seguito della visione degli esami del sangue – può essere decisiva quando si punta ad accelerare il metabolismo. Ovviamente è il caso di orientarsi verso supplementi di qualità, integratori 100% naturali che, come il celebre Reduslim, uniscono diversi ingredienti di sintesi non chimica ed efficaci bruciagrassi.

Mangiare lentamente

Tornando con il focus sull’alimentazione vera e propria ricordiamo che, se si ha intenzione di dare una scossa in positivo al metabolismo, è fondamentale mangiare lentamente. Come mai? Perché se si eccede con la velocità – pericolosa anche perché non permette di gustare bene i cibi e di mandare al cervello i giusti messaggi di sazietà – gli alimenti non vengono masticati in maniera corretta. Questo provoca conseguenze poco piacevoli per quanto riguarda la digestione e, di riflesso, un rallentamento dell’efficienza del metabolismo. Il consiglio degli esperti è quello di masticare i cibi che si ingeriscono 40 volte. Esiste anche un tempo di riferimento per quanto riguarda il consumo dei pasti, che non dovrebbero essere finiti prima dei 20 minuti.

L’importanza dell’attività fisica

L’attività fisica ha un ruolo chiaramente centrale quando si tratta di dare una scossa all’efficienza del metabolismo. Il motivo della sua efficacia è molto semplice: nel momento in cui il nostro corpo consuma energia, più le cellule sono chiamate a produrne. Attenzione, però: bisogna trovare il giusto equilibrio con l’alimentazione. Se si ha intenzione di mantenere efficiente il metabolismo, è necessario che le calorie bruciate siano superiori rispetto a quelle introdotte attraverso la dieta.

Il ruolo delle proteine

Concludiamo la nostra rassegna di consigli per chi vuole dare un boost al metabolismo rammentando l’importanza dell’apporto proteico. La quantità di protidi da assumere ogni giorno varia a seconda dell’attitudine all’attività fisica. Nel caso di un soggetto sedentario, per esempio, l’apporto proteico dovrebbe aggirarsi tra 0,8 e 1,1 grammi per singolo kg di peso corporeo.

Come scegliere le scarpe da lavoro: alcune indicazioni da seguire

scarpe lavoro

Per lo svolgimento di un gran numero di professioni, serve necessariamente avere a disposizione delle scarpe da lavoro adatte. Si deve trattare di calzature professionali, che siano in grado di garantire la massima sicurezza, ma anche comodità al lavoratore.

Ecco spiegato il motivo per cui la scelta delle scarpe da lavoro è fondamentale, anche per una questione di postura e, quindi, di salute del lavoratore. L’acquisto di calzature che siano adatte alle proprie caratteristiche fisiche è molto importante e permette di evitare di fare troppa fatica o di sentire dolore ai piedi durante l’attività di lavoro. E’ quindi indispensabile rivolgersi a rivenditori affidabili come Ferramenta Giusti.

In tutti quei lavori in cui serve passare in piedi buona parte del tempo, ecco che è necessario che i lavoratori siano dotati di apposite calzature che tutelino la loro sicurezza e salute, a maggior ragione quando nell’ambiente circostante possono esserci dei pericoli per i loro piedi.

Quali sono le tipologie di scarpe antinfortunistiche

Per poter scegliere in modo sensato la tipologia di scarpe più adatta alle proprie necessità, serve chiaramente partire da quelle che sono le scarpe previsti dal testo di legge che, in questo caso, è rappresentato dal T.U. sulla sicurezza sul lavoro, ovvero il Decreto Legislativo 81 del 2008.

Le scarpe antinfortunistiche servono a garantire un alto livello di protezione rispetto a vari fattori meccanici che possono provocare danni ai piedi. Ad esempio, può succedere in tutte quelle professioni in cui i piedi del lavoratore sono esposti a rischi come tagli, forature oppure schiacciamenti per la caduta di utensili e prodotti. Gli ambienti di lavoro di cui stiamo parlando sono, spesso e volentieri, cantieri, magazzini, supermercati, officine, ma anche fabbriche e capannoni di produzione.

Da notare come chi deve operare su delle superfici particolarmente scivolose, si dovrà inevitabilmente dotare di calzature che siano antiscivolo e, quindi, debbano avere una suola realizzata con certi materiali. L’obiettivo, in questi casi, è quello di indossare delle scarpe da lavoro che possano assicurare alti livelli di stabilità al lavoratore ed evitare che possa scivolare e farsi male.

Discorso ancora diverso, invece, in merito a quelle persone che lavorano su superfici in cui possono venire a contatto con delle sostanze corrosive oppure pericolose. Basti pensare a tutti quei lavori che si svolgono in laboratorio oppure in impianti chimici particolari. Ebbene, in tutti questi casi, devono obbligatoriamente provvedere ad indossare delle scarpe da lavoro che siano state realizzate con materiali in grado di resistere alla perfezione ai reagenti chimici.

Quali sono i vari standard da rispettare

In base a quanto è previsto dalla legge, bisogna mettere in evidenza come le calzature antinfortunistica si caratterizzano per offrire un livello di sicurezza differente. Il primo livello è quello denominato SB e si caratterizza per essere quello base. Si tratta di calzature, in questo caso, che hanno un puntale in grado di sopportare un carico fino ad una soglia massima pari a 200Joule.

Il livello successivo di sicurezza è quello denominato S1. In questo caso, si tratta di scarpe da lavoro che sono dotate di un puntale realizzato in acciaio, ma non solo. Infatti, presentano anche una suola che è dotata di specifiche caratteristiche antistatiche, collocate proprio nella zona posteriore dove va ad appoggiare il tallone. Si tratta di scarpe che vengono usate spesso e volentieri in settori come quello alberghiero oppure quello logistico.

Il terzo livello è quello ribattezzato S2: in questo caso, si tratta di scarpe da lavoro che presentano tutte le peculiarità delle calzature di livello S1, ma non hanno la lamina antiperforazione. Cosa cambia, quindi? La differenza è nella tomaia, realizzata con un materiale che deve garantire la resistenza fino a un’ora in acqua senza che questa possa penetrare nelle scarpe.